Vi è mai capitato di avere mal di pancia in un momento di agitazione? O mal di testa dopo una discussione? Sapete che ciò che non viene messo in parola, si ripropone nel corpo?
Noi nasciamo per dare significato a ciò che proviamo. Se non riesco a farlo, il corpo si fa’ teatro di ciò che non posso esprimere.
Somatizzazione: cos'è?
Vi è mai capitato di non star bene perché arrabbiati o agitati?
Oggi vi parlerò proprio di somatizzazione e delle ultime scoperte a riguardo. La somatizzazione, da "soma", è lo spostamento del sintomo sul corpo. Noi nasciamo per dare significato a ciò che proviamo, se non riusciamo a farlo, il corpo si fa’ teatro di ciò che non posso esprimere.
In alcuni funzionamenti di personalità, il sintomo somatico ha la funzione di attirare l’accudimento dell’altro, anche se inconsapevolmente.
La somatizzazione può manifestarsi in molti modi: problemi gastrointestinali, mal di testa, dolore muscolare, dolore cervicale, vertigini, tachicardia.
Uno studio del 2013, condotto su 700 partecipanti ha indagato dove proviamo le emozioni nel corpo e ha strutturato una mappa corporea dell’attivazione per ogni emozione. Nell'immagine qui sotto vedete l'attivazione corporea dei soggetti per ogni emozione.
Perchè somatizziamo?
Il sintomo psicosomatico denuncia l’impossibilità di simbolizzare, spesso perché non abbiamo imparato fin da piccoli a farlo. Infatti, diversi studi hanno associato l’alessitimia con le somatizzazioni.
L’alessitimia è la difficoltà nel riconoscere, nominare e descrivere i propri stati emotivi, presentando stati emotivi attenuati o completa incapacità di provare emozioni. Per queste caratteristiche, le emozioni si riversano poi sul corpo.
Somatizzare: come la leggiamo?
La nuova concettualizzazione della somatizzazione supera il dualismo mente-corpo, aprendo a una visione bio-psico-sociale, legata al paradigma attuale. Questo significa che non possiamo scindere il corpo dalla mente e che un disturbo somatico esiste in quanto tale nel corpo, soltanto che nasce a livello della psiche.
Questa riconcettualizzazione riduce anche la stigmatizzazione: per molti anni è circolata l’idea che le persone fingessero per ricevere attenzioni o che i dolori fossero legati soltanto allo stress e quindi non realmente esistenti.
Invece, la visione bio-psico-sociale sottolinea che se provo dolore, anche se deriva da un disagio psicologico, è realmente presente nel corpo, quei sintomi non sono solo nella testa!
Cosa incide sulla somatizzazione?
Le strategie di coping, quindi quelle strategie che mettiamo in atto per fronteggiare un momento stressante, possono essere positive o negative e possono incidere molto sulle somatizzazioni.
Diversi studi hanno analizzato le conseguenze delle strategie di coping utilizzate durante la pandemia. Le strategie che hanno portato una riduzione della somatizzazione e dell’ansia sono state quelle basate sulla lettura, studio, attività sessuale e sport. Le strategie che, al contrario, hanno incrementato le somatizzazioni riguardano le rimuginazioni, assumere farmaci per dormire o per calmarsi, seguire diete eccessivamente restrittive o usare il cibo come compensazione.
Cosa possiamo fare in caso di somatizzazioni?
In molti casi si consiglia una psicoterapia o, se il sintomo non è particolarmente radicato, anche un supporto psicologico più breve.
La psicoterapia può permettere nuove esperienze emotive che possono essere gradualmente tollerate e non negate.
Durante la seduta ci concentriamo su cosa accade e perché, in questo modo impariamo a riconoscere quando proviamo emozioni, a capire di quale emozione si tratta e a nominarla.
A te è mai capitato di somatizzare? Hai mai pensato di approfondire questa cosa?
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